classe 3.0
esplorando nuove forme di apprendimento
Dal 2017 …
– Descrizione
Entrare in classe e dire “WOW!”… sentirsi accolto e interpellato ogni giorno, mettersi in gioco in sfide faticose ma anche divertenti, trovare nei compagni e nei docenti non un ostacolo ma una risorsa per scoprire il meglio di sé, imparare in un’ottica di servizio per gli altri…
Nella 3.0 lo stile è:
- imparare ad imparare con “una testa ben fatta”, capace e competente,
- potenziare il nostro saper scegliere,
- costruire nel contesto reale con una “visione strabica” tra tradizione e innovazione.
Stiamo cercando di realizzarlo, spostando l’attenzione sull’apprendimento piuttosto che sull’insegnamento e sfruttando tutte le possibilità delle tecnologie e delle didattiche innovative
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intorno a una tovaglietta
“Intorno ad una tovaglietta durante un pranzo”… l’idea della 3.0 è nata così: un gruppo di insegnanti, un toast e il bisogno di ripensarsi, professionalmente soprattutto.
L’estate del 2017 è stata quella dove la sperimentazione si è fatta progetto, nel pensiero didattico come nella costruzione degli spazi: è stata un’estate fantastica, come probabilmente sempre è quando si inizia un’avventura e si mollano gli ormeggi.
Il primo giorno di scuola di quell’anno, 27 studenti stupiti sono entrati in questo spazio “pulito e illuminato bene”, avrebbe detto Hemingway; oggi sono 4 le classi 3.0, dalla prima alla quarta.
L’idea è diventata vera, veri i percorsi, veri i tentativi di riorientare la nostra didattica.
Se quest’idea ha “probabilmente” fatto bene ai ragazzi, “sicuramente” ha fatto bene a noi insegnanti! e per quanto possa essere a volte faticoso, noi abbiamo sempre pronta una tovaglietta su cui disegnare ancora…
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competenze
Quando nel 2017 nasce il progetto pilota aula 3.0, la generazione che si iscrive in prima è composta di “millennials” a pieno titolo: non si può prescindere dal loro modo di vivere, di rapportarsi al sapere e all’accesso alle informazioni, alle istituzioni e alle persone che le rappresentano se si vuole essere significativi. Il loro problema non è -e a maggior ragione non sarà nel futuro- recuperare un dato specifico, ma sapere quali dati sono utili, quali attendibili e soprattutto che cosa si può costruire sulla base di quei dati: un modello di scuola che punta prevalentemente sulle conoscenze, mettendo in secondo piano il “saper fare” e soprattutto il “saper essere” rischia in questo contesto socio culturale di essere anacronistico e autoreferenziale.
Dunque quella che vogliamo è una scuola che allena competenze, le stimola, le rinforza, le osserva, e le valuta. Una scuola che mette gli studenti nelle condizioni reali di valorizzare le proprie capacità e di mettersi alla prova su compiti non solo astratti e teorici, ma di cui possano avvertire chiaramente il senso per cui valga la pena faticare.
E’ questa la sfida che abbiamo voluto raccogliere.
Process
team building.
gamification.
flipped classroom.
debate.
cooperative learning.
service learning.
studenti
classi
voci delle famiglie
voci delle prof.
Aurora polimeni (doc sostegno)
Ognuno ha il suo percorso… nel nostro ruolo rientra pienamente il favorire la personalizzazione.
silvia falzoi (doc di lettere)
… progettando le attività, selezionando e strutturando i materiali didattici … .
Alessia Maia (doc di matematica)
… come docenti, stimoliamo l’interpretazione critica dei dati… e diventiamo un supporto alla comprensione degli allievi .
Mariasilvia Cicconi (doc di lettere)
… attivare e responsabilizzare gli studenti, valorizzare le loro dinamiche relazionali.
marianna Vescovini (doc di Scienze umane)
… sempre connesse, per elaborare, monitorare, verificare le acquisizioni delle competenze trasversali.
antonella morea (doc di inglese)
… interazione… costante collaborazione … , abitudine all’autoriflessione, ...
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