Una riflessione sulla Commemorazione dei defunti
Ricordare: dal latino ‘recordare’, cioè ‘indietro col cuore’, ‘richiamare nel cuore’. La sola etimologia di questa parola esprime la grazia e la gentilezza del gesto.
Se siamo effettivamente delle creature sole, venute al mondo per vivere così come per morire, se siamo creature destinate a subire solo passivamente l’azione pressante del tempo, allora perchè concederci l’inestimabile valore del ricordo? Difficile rispondere, ma forse un poeta ne ha colto il significato autentico: Ugo Foscolo.
Se siamo effettivamente delle creature sole, venute al mondo per vivere così come per morire, se siamo creature destinate a subire solo passivamente l’azione pressante del tempo, allora perchè concederci l’inestimabile valore del ricordo? Difficile rispondere, ma forse un poeta ne ha colto il significato autentico: Ugo Foscolo.
I suoi pensieri sembrano aver origine da sentimenti di rancore, disprezzo e, infine, di rassegnazione. Rincorre con perseveranza l’irraggiungibile desiderio di giustizia, non tanto per coloro che sulla Terra sono ancora vittime del sadico gioco dell’esistenza, piuttosto per coloro che, ormai, non lo sono più. Eppure si intravede una sfumatura di compassione in questo ludico sadismo; ci viene offerta la possibilità di prolungare la nostra esistenza nella realtà della mente, in cui i suoni delle risate rimangono vivi e le lacrime dei pianti trattengono ancora l’umidità. Se da una parte veniamo risparmiati da una fine certa, dall’altra per ricambiar con cortesia il favore, dobbiamo garantire ai prossimi la stessa gentilezza a noi concessa. E crediamo proprio che solo un legame d’amore sarebbe capace di rendere tutto ciò realizzabile; per questo la nostra “dote” è “celeste”: l’amore ci rende Dei in grado di eternare la vita dei nostri cari attraverso il loro ricordo. Al contrario, se sulla Terra non ci sarà possibile lasciare traccia di “corrispondenza di amorosi sensi”, allora la concretezza del nostro corpo rimarrà abbandonata alle ortiche di una landa deserta in cui non andrà a pregare nè una giovane innamorata nè l’animo di un povero solitario che senta il sospiro della natura.
Di conseguenza, in una società serena, armoniosa, spirituale i monumenti sepolcrali saranno curati, ricchi e, paradossalmente, pieni di vita; mentre purtroppo una società fondata soltanto sul materialismo tenderà a dimenticare il valore morale del rispetto dei defunti, proprio perché le menti di coloro che abitano la Terra saranno occupate a inseguire impegni e occupazioni contingenti.
Ebbene sì, Foscolo aveva colto pienamente l’essenza della vita e della morte, era riuscito a trovare la chiave per farle incontrare. Ad eternare le sue parole, però, è stata la poesia, l’arte che permette ai mortali di vivere in eterno nel ricordo di tutti gli uomini. Sarà per questo che commemoriamo ancora i due amanti Paolo e Francesca, la giovane Silvia di Leopardi e la povera Marinella di De Andrè: è così che le precarietà e le illusioni della vita sono vinte dalla poesia, in grado di rendere immortale l’oggetto del proprio canto.
Ebbene sì, Foscolo aveva colto pienamente l’essenza della vita e della morte, era riuscito a trovare la chiave per farle incontrare. Ad eternare le sue parole, però, è stata la poesia, l’arte che permette ai mortali di vivere in eterno nel ricordo di tutti gli uomini. Sarà per questo che commemoriamo ancora i due amanti Paolo e Francesca, la giovane Silvia di Leopardi e la povera Marinella di De Andrè: è così che le precarietà e le illusioni della vita sono vinte dalla poesia, in grado di rendere immortale l’oggetto del proprio canto.
di Maria Semeraro
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