Nei giorni di Pasqua la tradizione cristiana rivive alcuni gesti: il grido per la sofferenza fino alla morte, il silenzio della meditazione e del rispetto, il canto di liberazione.

Rievoca alcune immagini: una tomba vuota, una pietra che ostruiva srotolata, una cena che non ha fine, un corpo senza bende che trova la sua destinazione, un soffio senza barriere.

La Pasqua di quest’anno è un tempo per la riflessione e la preparazione, mentre tutti cerchiamo di osservare le regole del distanziamento che ci accompagnano da mesi, mentre i sanitari dedicano le loro energie a far sì che nessuno vada perduto, mentre procedono le operazioni di vaccinazione, possiamo vivere questi giorni di riposo che ci stanno davanti sapendo che non è lontano il momento in cui potremo tornare a una vita di relazione più diretta e presente.

E possiamo ripensare la nostra vita e il nostro impegno nella scuola come ricerca di consapevolezza, autenticità e compimento, di una vita più nostra e più condivisa.

 

Per tutti il desiderio di una scuola pienamente vissuta