Il saluto ai diplomati
Il 28 giugno l’istituto ha salutato i diplomati dell’as 2022-23
L’ultima lettera della 5h
Ultimo anno. Ultimo giorno. Ultima cena. Siamo ormai giunti all’ultima fase di questo tumultuoso capitolo della nostra vita. Si
tratta di un qualcosa che è già diventato un piacevole e malinconico ricordo. Un percorso che, tuttavia, non avremmo potuto
affrontare senza le guide giuste.
Per insegnare ci vuole molto di più della conoscenza e dopo questi cinque lunghi anni riconosciamo la difficoltà del vostro
lavoro: non vi siete limitati a ripetere contenuti, nonostante i rapporti di amore e odio, avete sudato per cucire un legame spinto
dalla passione per il vostro lavoro, basato sulla fiducia reciproca. Avete cercato di trasmetterci tutte le conoscenze di cui
disponete per rendere la nostra quotidianità un po’ più sopportabile, forse anche per proteggerci dalle difficoltà che la vita ha in
serbo per noi e che voi avete conosciuto fin troppo bene.
Avete sempre cercato di trovare le parole giuste, anche nei momenti in cui forse più che parole sarebbero servite delle strigliate.
Eravamo tutti terrorizzati all’idea di ritrovarci in una realtà così nuova e diversa come quella del liceo, ma ora che siamo così
vicini al termine di ogni cosa, sembra tutto così diverso.
Ora proviamo un terrore del tutto differente: quel mondo che a quattordici anni ci spaventava tanto, a diciannove è diventato
praticamente casa nostra. Il liceo è una tappa di preparazione alla vita. Noi siamo stati consegnati nelle vostre mani e,
nonostante gli imprevisti, attraverso delusioni, gioie, insufficienze, risate e tanta, tanta pazienza ora ci affiderete all’ignoto. Il
vostro ricordo però non si sbiadirà, perché ormai avete occupato un posto speciale nel nostro cuore, e i vostri insegnamenti
saranno sempre un punto di riferimento, anzi, magari ci sarà utile conoscere il primo canto dell’Inferno a memoria oppure
sapere cos’è una funzione e chi lo sa, magari anche saper riconoscere i vari tipi di rocce, tradurre una frase latina, interrogarsi
sulla morale kantiana, dimostrare di saper coordinare un torneo di calcio, saper riconoscere un quadro di Monet o addirittura
sapere cos’è il Concilio Vaticano II.
La scuola ci insegna ad amare quello che studiamo, non sempre forse in maniera appropriata, ma ci insegna a capire che fallire
non è una cosa negativa, perché ci aiuta a migliorare e che serve sbagliare per poter imparare dall’errore.
Abbiamo condiviso cinque anni della nostra vita, forse i più importanti, cinque anni che a volte sembravano scorrere così
lentamente che quasi non vedevamo l’ora terminassero e che adesso vorremmo poter fermare, per poter stare ancora tutti
quanti insieme, anche solo per un po’. Abbiamo imparato a conoscerci piano piano, andando oltre l’apparenza e cercando di
cogliere quelle piccole sfumature che non sempre si vedono nelle persone, ma che in realtà sono le più belle.
La verità è che al di là delle incomprensioni, delle ramanzine e di tutto il resto, potremmo sempre ricordare i piccoli successi che
in questi cinque anni abbiamo raggiunto.
I consigli, le pacche sulle spalle, uno sguardo di comprensione e a volte anche un silenzio, sono stati determinanti nella crescita
di tutti noi, noi che adesso ci accingiamo a fare tesoro di tutte le piccole cose.
Il rispetto, il senso del dovere, e tutti i principi che forse anche in maniera inconsapevole ci avete trasmesso, abbiamo tentato di
farli nostri.
Certamente non è stato un percorso tutto in discesa: alcuni non fanno più parte del nostro gruppo, alcuni sono arrivati dopo e
altri ancora faticano a chiamare squadra questa imperfetta e inaspettata “famiglia”.
Non ci avete fatto mancare risate e tanto meno pianti, ma abbiamo imparato ad accettarci e a volerci bene nonostante le
diversità. Voi non siete stati soltanto degli insegnanti per noi, come, speriamo, noi non siamo stati soltanto degli studenti.
Ci saluteremo con un arrivederci, perché gli addii, si sa, sono troppo dolorosi. Ci rincontreremo, voi probabilmente ancora seduti
dietro a una cattedra a trasmettere valori ai “nuovi NOI” mentre a noi, con qualche anno di più e una vita piena di avventure da
raccontare, balzerà in testa il ricordo di questi instancabili momenti e chissà, magari tra di noi si nasconde il futuro Isaac
Newton, un giocatore olimpico, un nuovo anti-Virgilio o addirittura il presidente della repubblica.
Perciò che altro dire, eccoci qui, con le lacrime agli occhi e con immensa gratitudine che, ricordando questi meravigliosi e un po’
caotici cinque anni, vi diciamo GRAZIE. Non vi dimenticheremo.
Arrivederci, e come disse un caro vecchio amico dal nasone un po’ ingombrante “e quindi uscimmo a riveder le stelle”.
Con affetto la vostra 5H.
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